2 aprile 2019 - 14:35

Migranti, l'Sos: «Disperso gommone con 50 persone a bordo»

L'allarme lanciato da Alarm Phone. La Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye in navigazione verso l'ultima posizione rilevata. In Olanda entra in vigore il provvedimento anti Ong

di Redazione Esteri

Migranti, l'Sos: «Disperso gommone con 50 persone a bordo»
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Da lunedì sera non c’è più traccia di un gommone con a bordo una cinquantina di migranti. L’allerta arriva da Alarm Phone, la piattaforma che offre assistenza ai migranti in mare. I volontari della Ong affermano di aver ricevuto una chiamata da un barcone con a bordo uomini, donne e bambini che si trovava al largo della Libia.

«Ci hanno mandato la posizione Gps — si legge su Twitter — ma la comunicazione si è interrotta. Siamo riusciti a ricontattarli solo una volta, alle 22.02» e da allora «nessuno risponde al telefono». La Ong sostiene inoltre che da ieri sera ha «cercato di contattare la cosiddetta “Guardia Costiera” libica ininterrottamente, su diversi numeri di telefono» e «quando abbiamo informato l’Mrcc Roma della mancanza di risposta della Libia, ci hanno passato un numero che avevamo già tentato diverse volte senza esito». La Guardia Costiera italiana, dice ancora Alarm Phone, «non ci fornisce informazioni né ci dice se sono riusciti a contattare le autorità libiche». La Alan Kurdi, imbarcazione della Ong tedesca Sea Eye e unica nave di ricerca e soccorso attualmente in mare, ha offerto assistenza, si sta portando sul luogo dell’ultimo rilevamento nella speranza di soccorrere i naufraghi.

D’altro canto la Guardia costiera libica ha respinto l’accusa di non aver risposto alle chiamate di Alarm Phone . «Siamo abituati a questo genere di accuse lanciate da parti sospette per danneggiare gli sforzi libici», ha detto all’Ansa il portavoce della Marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem. La Guardia Costiera italiana invece rende noto di aver allertato i colleghi libici segnalando il gommone a nord di Zwara, ancora all’interno delle acque territoriali libiche.

Nel frattempo in Olanda entra in vigore un provvedimento del ministero per le Infrastrutture e la Gestione delle Acque che prevede requisiti tecnici più rigorosi per le navi che ha «gravi conseguenze per Sea-Watch e per le altre Ong che operano navi battenti bandiera» Paesi Bassi. Lo afferma, in una nota, la Ong tedesca Sea Watch la cui nave «dopo aver completato la manutenzione e aver superato con successo, lo scorso 15 marzo, l’ennesima ispezione, era pronta per tornare in area Sar (zona di ricerca e soccorso, ndr)».

«Questo intervento, attuato frettolosamente e senza lasciare un periodo di transizione a Sea-Watch - si legge nella nota - mostra la volontà del governo di impedire alla società civile di svolgere le loro operazioni di soccorso. Rivelata dalla Freedom of information act, la comunicazione interna tra i ministeri olandesi mostra come i timori per la sicurezza non siano mai stati la ragione di questa modifica, che pare piuttosto in linea con la strategia degli Stati membri Eu di ostacolare la ricerca e il salvataggio civile in mare».

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